Vota!!! 1° Contest Letterario SPAREGGIO

Silenzio.
Tutt’intorno, totale silenzio.
Solo a tratti il cinguettio di un uccello o il tremolio di una foglia vibrava nella radura.
Non vedevo nulla, dato che Edward aveva tanto insistito per bendarmi.
-E’ una sorpresa-, aveva spiegato con il suo solito sorrisetto furbo-
Non capivo il perché di tutta quella preparazione…non era il mio compleanno, non era il suo, né tantomeno un anniversario che avevo dimenticato.-Eccomi-, sussurrò al mio orecchio.
-Mi spieghi cosa stai combinando?- chiesi, sospetta.
L’unica risposta che ottenni fu una risatina smorzata, mentre avvertii le sue mani fredde prendere le mie con delicatezza.
-Seguimi-.
Obbedii, fermandomi dopo qualche passo.
Lui mi abbracciò da dietro, sfilandomi la benda dagli occhi.
Quando li aprii, qualcosa di molto simile a lui-marmoreo, solido e splendente-, faceva bella mostra di sé al centro della nostra radura.
In mezzo a una spruzzata di fiori gialli e bianchi, l’altare di pietra era decorato con tovaglie celesti e vasi di lavanda, candele verdi e un grande libro di velluto rosso.
Dietro, un uomo anziano e dalla faccia rubiconda, ci aspettava con le mani giunte.
D’un tratto capii.
Non era un compleanno, o una festa qualunque.
Era qualcosa di molto più importante.
Qualcosa che avrebbe cambiato - sicuramente in meglio- la mia vita.
Mi morsi il labbro per trattenere le lacrime, segno della gioia impossibile che provavo.
Edward fraintese.
-Non ti piace? Possiamo fare come…- lo interruppi, poggiandoli un dito sulle labbra.
-E‘ bellissimo…ma perché?-
-Non voglio obbligarti a fingere. So che vuoi una cosa intima, me e te…è un compromesso-, ammise sorridendo.
-Ma…Alice, gli altri, il vestito…-
Scosse la testa, divertito.
-Non ho annullato la cerimonia. Questa sarà la nostra festa, il nostro ricordo privato. Non ce lo toglierà mai nessuno. E ora- pronunciò, accarezzandomi i capelli, -Signorina Swan, mi farebbe l’onore di diventare mia moglie per l’eternità?-
Ricacciai indietro le lacrime, gli afferrai la mano annuendo e mi voltai verso l’altare.
Seguii la cerimonia in trance, eccitata, stupita, troppo felice per essere realmente presente.
Non ricordai nemmeno di aver pronunciato le fatidiche parole –“Lo voglio”-, e riemersi dalle mie nuvole solo quando udii le parole che aspettavo da una vita.
-Può baciare la sposa-.
In quel preciso istante, tutto attorno a me svanì.
Rimanemmo solo io e Edward, le sue mani che prendevano la mia nuca dolcemente, le nostre labbra che si scontravano nella collisione più soave.
Fu il bacio più dolce, passionale forte che avessi mai potuto assaggiare.
Come quando avevo James alle calcagna, o prima del mio periodo buio.
Ma non era un addio. Piuttosto era un invito, a vivere la vita, splendida, assieme a lui.
Mentre lo baciavo, un pezzo del mio cuore urlava e scalciava. “Jacob!” era ciò che echeggiava nella mia testa.
Ignorai quella voce; per quanto fosse importante e doloroso quel ricordo, la mia vita era Edward, e non ero disposta a perderla, non ancora disposta a morire.
Edward si staccò da me con l’euforia negli occhi, più felice e glorioso di tutte le notti passate insieme.
Mi trascinò sull’erba nel punto esatto in cui due anni prima mi aveva confessato il suo amore.
Mi strinsi a lui, emozionata, zuppandogli di lacrime la camicia.
Restammo in silenzio finché Edward non sospirò, e mi baciò la mano.
-Hai visto?- disse, indicando il cielo.
All’orizzonte, il rosso del tramonto tingeva le nuvole scure proiettando ombre violacee nell’atmosfera.
-E’ il crepuscolo…-

Non feci in tempo ad uscire dal grande portone di casa Cullen che delle colombe bianche si librarono in volo, insieme a un fragoroso applauso , dovuto alla mia uscita trionfale.

L’autrice di tutto ciò era una sola, ed era su di lei che progettavo da settimane di sfogare il mio stress post-matrimonio, e lei lo prevedeva anche.
“Alice me la pagherà, aspettasse solo che Edward mi trasformi e poi lei e mia madre patiranno la mia ira!!” pensai mentre il mio viso avvampava alla vista di tutto quell’eccesso. Purtroppo Renèè e Alice avevano fatto comunella…mi avevano tediato per settimane con tutti quei preparativi.

Già da un primo sguardo lo scenario che mi si prospettava sembrava terribile: la radura che precedeva la villa, avvolta dalla vegetazione della foresta, era stracolma di sedie, e quindi di invitati, tutti lì a fissarmi! Sulla destra c’era un gazebo e due tavoli imbanditi; mentre di fronte a me si apriva tra le sedie un corridoio che finiva con un arco fiorito dove lui, bellissimo, mi aspettava. Edward! Era, se possibile, più bello del solito.

Era raggiante, e non era in sé dalla gioia, mi sorrideva…sorrideva.. continuava a sorridere.. poi dopo un po’ ho notato che la sua espressione stava cambiando.. fu allora che mi resi conto che io non mi ero più mossa e che anzi mi ero imbambolata a fissarlo, allora notai i volti interrogativi e un po’ preoccupato dei Cullen sulla sinistra, delle tre damigelle nei loro vestiti rossi: Rosalie, Angela e Alice, e dei loro rispettivi cavalieri;…i volti di mia madre e di Phil, e poi dei miei vecchi compagni di scuola.. c’erano anche u paio di zii che non avevo mai visto a che mia madre aveva racimolato non so dove…e anche loro mi fissavano!!

Mi voltai terrorizzata verso mio padre, alla mia destra; che alla vista del mio volto iniziò ad agitarsi più di me! Questa volta ero davvero bloccata dalla paura, era molto peggio di come mi ero sentita qualche mese prima quando Edward aveva ucciso Victoria…non avevo il coraggio di muovere un passo!

Nella mia testa c’era u turbinio di idee, alcune talaltro veramente folli. Come nelle settimane precedenti, anche ora non pensavo a me, a quello che volevo, a quello che stavo facendo e a ciò che sarei diventata dopo, pensavo invece a Jacob, a quanto mi mancava, a dove poteva essere in quel momento in cui avrei voluto averlo lì, e a Edward, a come soffriva a vedermi così e a quanto nonostante ciò avessimo litigato nell’ultimo periodo…ero fermamente convinta che la colpa della fuga di Jake fosse da attribuire interamente a lui. Jake avrebbe sicuramente sofferto lo stesso, ma adesso, solo e chissà dove sentivo che soffriva ancora di più.

Fu Charlie a interrompere il flusso dei miei pensieri e prendere in mano la situazione, spingendomi giù per la grande scalinata… era diventato pazzo!?! Voleva per caso assassinare la sua unica figlia nel giorno del suo matrimonio?!
Con le mie scarse capacità di equilibrio e con quella trappola mortale di vestito che mi avevano messo addosso le due maniache dei festeggiamenti rischiai di arrivare all’ultimo gradino lunga distesa!

Il vestito era bianco e di seta, stretto in vita e con una gonna corta e bombata che mi faceva sembrare ancora di più un ragazzina (troppo giovane per il matrimonio), alla fine almeno sul vestito avevo potuto esprimere alcune mie preferenze; anche se nel momento di doverlo indossare mi ero sentita una vittima sacrificale, senza un filo di abbronzatura, vestita di bianco e con quella rosa rossa al collo, gemella di quella che portava al petto Edward. Lo guardai nuovamente negli occhi, mai stati chiari come in quel momento, e finalmente, in lui, trovai il coraggio di iniziare a camminare.

La cerimonia stava procedendo tranquilla, finché non giungemmo al punto critico che avevo atteso e temuto. Il celebrante disse:
«Se c’è qui qualcuno che è a conoscenza di un qualche motivo per il quale questo matrimonio non debba essere celebrato parli ora o taccia per semp…hum? »

Un terrificante e agghiacciante ululato squarciò l’aria, comunicando disperazione e dolore…
Avevo temuto quella frase per il silenzio che di solito si creava tra la folla, ma questo proprio non potevo immaginarmelo. Subito si diffuse un mormorio fra gli invitati; io fui attanagliata dal dolore e dal desiderio di iniziare a correre nella foresta in direzione dell’ululato, ma non potevo, sentivo però dentro di me anche un lieve senso di sollievo, almeno sapevo che Jake era vivo e che in qualche modo era lì vicino…non aveva voluto rinunciare (a suo modo) alla sua opportunità di appellarsi…

Mi portai una mano al viso, cercando di trattenere le lacrime, non potevo, non potevo piangere in un momento simile.
Edward era di colpo diventato teso e mi fissava, sentivo i suoi occhi su di me, poi il sacerdote ci chiese se poteva proseguire e lì di nuovo mi trovai da sola a dover fare un passo che non ero in grado di fare, come prima sulla scalinata solo che adesso non c’era Charlie a darmi una spinta.
«S-si…»
Bofonchiai al prete che riprese a celebrare.
Fino alla fine della cerimonia non seguii più niente, non pensavo più a niente. Solo a quell’ululato che rimbombava ancora nella mia testa. Stavo sposando Edward, e ne ero felice ma a che prezzo?

Così mentre una voce in lontananza diceva:
«Adesso lo sposo può baciare la sposa..»
E il mio dio greco mi concedeva quei tre secondi di infinito piacere in cui le mie labbra avevano il permesso di sfiorare le sue, io mi stavo chiedendo:

“Perché il mondo non è come lo descrivono? Perché colui che amo sente il desiderio di bere il mio sangue? Perché mi
ritrovo ad amare due individui la cui natura è perversamente contrapposta? E ancora, perché devo sposarmi prima di poter cambiare la mia natura? E perché non potrò condividere il resto della mia esistenza con l’altro essere non umano che io abbia mai amato, con lui so che avrei potuto avere una famiglia un giorno….PERCHE’?”

Per la prima volta quel bacio che non mi sembrava mai sufficientemente lungo durò abbastanza da farci entrare tutti quei tristi e disperati perché.