villa Damien Renald

Alexia Johnson

Alexia la guardò e sorrise.
Bè pensandoci bene aveva usato il suo potere solo 4 volte e sempre per difendersi.
-Uso il mi potere solamente quando sono in pericolo...sinceramente non mi piace usarlo però se è necessario non ho scelta...non avere aura non lo userei mai contro di te!!- le disse nel tono più rassicurante che riusciva a fare.
-Come me ne esistono parecchi...ma non ti accorgi facilemente di loro a meno che non ne conosci le particolarità e ci fai molta attenzione quando li osservi!!- le disse e allungò una mano per prendere la sua.
-Spero che non hai paura di me adesso che sai cosa sono...- le disse in tono di rammarico.

Damien Renald

fece quello che mai si aspettava di fare. Senza dire nulla le se avvicinò senza timore e l'abbracciò.
-ti basta come risposta?- si staccò e sorrise, sedendosi vicino a lei.
Sperava di non esseere stata troppo spontanea ma era per dimostrarle che c'era poco che la potesse spaventare, o almeno in quel momento. La guardò neglio occhi.

Alexia Johnson

Alexia sorrise.
-Si mi basta come risposta...sono davvero contenta che siamo rimaste amiche!!- le disse.
Poi si alzò.
-Allora che facciamo andiamo a casa mia?- chiese sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Damien Renald

Quasi se ne era dimenticata, doveva prendere le sue cose e andare dall'amica.
Si alzò e portò vicino a loro la valigia mezza piena.
-Questa è quasi pronta, prendo solo i miei effetti personali e li metto dentro- disse guardando la valigia aperta -mmm poi prenderò anche le altre cose- e infine disse -seguimi se vuoi- sorrise.
Andò in bagno a prendere spazzolino, asciugamano e altre cose che le servivano un pò tutti i giorni. Poi in camera sua prese ancora un pò di magliette e pantaloni, adesso Alexia era vicino a lei, non se ne era quasi accorta tanto era silenziosa. Le porse sorridente alcune cose e insieme misero tutte le cose nella valigia.
-che dici, per ora sono apposto?- chiese, pensierosa.

Alexia Johnson

Alexia seguì ogni sua mossa diligentemente.
Per adesso poteva prendere anche poche cose poi avrebbe potuto con calma portare il resto.
Si guardò in giro mentre la seguiva nella stanza.
Era davvero una bella casa e arredata con gusto.
Prese le cose che le porgeva e in un secondo le infilò nella valigia.
Per ora le sembrava tutto forse però doveva prendere qualcosa per la scuola.
-Credo che come vestiario possa bastare però per la scuola non ti serve nulla??- le chiese.
Poi chiuse la valigia e la prese senza sforzo.

Damien Renald

Rise. -che sbadata!- prese la borsa con tutte le cose per la scuola e visto che aveva tutto si diresse verso l'uscita, sorridente.
Sulla soglia della porta guardò la stanza e senza dire una parola si catapultò velocissimamente nella sua camera e ritornò con in braccio un pupazzo, precisamente hi-ho (di Winnie the Pooh), come se fosse un bambino.
Sorrise -non riesco a dormire senza questo...- disse piano.
Riprese le chiavi e ritornò sulla soglia dell'uscita, ammirando di nuovo la sala.
-mi mancherà- pensò ad alta voce, sorrise poi all'amica e uscì.

Alexia Johnson

Alexia la seguì silenziosamente verso la macchina.
Capiva che soffriva a lasciare la casa.
Sinceramente soffriva molto anche lei quando doveva cambiare città per non farsi scoprire.
Arrivata alla macchina aprì il bagliaio e vi pose la valigia facendo segno a Damien di mettere la borsa della scuola insieme alla valigia.
-Mi dispiace che tua sia triste...se vuoi puoi aspettare ancora qualche giorno prima di decidere...- le disse comprensiva.

Damien Renald

-no no tranquilla, è certo che mi mancherà queta casa, sopratutto dal punto affettivo- con un tono di rammarico e poi subito, con felicità -ma sono contenta di venire a vivere da te!- appena ebbero posto la valigia e la borsa dentro la macchina aprì la porta del posto di guida e vi entrò, sorridente.
Quanti ricordi di suo padre in quella villa; le mancava così tanto.
-e poi possiamo tornarci quando vogliamo- disse guardando verso la villa mentre Alexia si metteva a sedere; -era appartenuta a mio padre- trattenne le lacrime, i ricordi erano ancora molto vivi in lei. Stavolta non mise la cintura di sicurezza, dell'amica si fidava, e aspettò che partisse.

Alexia Johnson

Alexia vide che si era incupita mentre parlava della casa e del padre.
Forse era la casa dove era cresciuta e quindi piena di ricordi.
Bè non l'avrebbe venduta quindi quando voleva avrebbe potuto tornarci.
-Vedo che ci sei molto affezionata a questa casa...raccontami di tuo padre...se vuoi naturalmente...- le disse cercando di farla confidare.
Forse così sarebbe riuscita a togliersi un peso dal cuore.
E poi le piaceva ascolatare e poter dare dei consigli.
A lei lo doveva dopo che l'aveva accettata per quello che era.

Damien Renald

-è una storia lunga- sospirò e visto che l'amica sembrava disposta ad ascoltare mentre metteva in moto cominciò a raccontare sorridente
-i miei si sono conosciuti in Spagna, fino ai sei anni abbiamo vissuto in quella casa, poi per motivi di lavoro di mia madre, fà l'architetto, ci siamo trasferiti a San Diego. E' lì che mio padre si è ammalato di cancro...- strinse i pugni, rattristita
-mia mamma voleva trasferirsi di nuovo ma io ho preferito ritornare qui, sai, qui ricordo molto meglio...- le lacrime le scesero e dalla frase interrota ne disse un'altra, continuando lo stesso discorso -ero venuta qui sopratutto per studiare ma una delle cose che più mi ha spinto è mio padre, da un pò di tempo che... che... non... vedo più nitido il suo volto- trattenne i singhiozzi, dopotutto era da molto che non si sfogava in quel modo. -e... e... non sò come mai!- guardò Alexia.

Alexia Johnson

Alexia fermò la macchina di scatto quando la sentì soppiare in singhiozzi.
Non pensava le facesse così male ricordare.
-Mi dispiace tanto avertelo chiesto...comunque mi ha fatto piacere che tu ti sia confidata con me...- le disse abbracciandola.
-Se vuoi possiamo fare così...mi trasferisco io da te...vedo quanto sei legata a questa casa e così potresti starci sempre... propose poi.
Sperava davvero di vederla sorridere di nuovo.
Vederla piangere l'aveva scombussolata parecchio.

Damien Renald

-non dispiacerti, anzi ti devo ringraziare, mi ha fatto bene- si asciugò le lacrime e fece un mezzo sorriso -sì, ci sono legata ma ci tengo molto a vivere da te, e poi torneremo quando vorremo- disse seria e sincera.
Guardò lo specchietto e aggiuse sorridente -avanti parti, sennò si arrabbieranno con noi- vedendo che stava arrivando un'altra macchina e loro erano nel bel mezzo della strada. -comunque appena sono tornata qui mi sono ricordata subito di tutto, quindi è cosa passata, ho avuto solo paura- sorrise. Si guardò allo specchietto e stropicciò gli occhi, si vedeva benissimo che aveva appena pianto -oh mamma, guarda cosa ho fatto- rise, piano e sciolse i muscoli, li aveva tutti tesi mentre aveva parlato all'amica e così cercò di rilasssarsi. Si sentì molto meglio.

Alexia Johnson

Alexia sorrise e riaccese la macchina.
Volse lo sguardo verso Damien.
-Sono davvero contenta di averti conosciuta...sei la prima persona che mi accetta veramente per quello che sono e per me è molto importante questo...e se vuoi possiamo anche fare così un mese da me e un mese da te...non ci portiamo proprio tutto però sarebbe divertente... disse sorridendo.
Prese poi un fazzoletto e glielo porse.

Damien Renald

Si limitò a sorridere ai complimenti dell'amica, prese il fazzoletto dicendo -grazie- e poi disse
-ok, per me va benissimo- sarebbe stato davvero divertente.
-io adoro viaggiare rise, felice.