ecco qui il mio pezzo... ho dovuto tagliare 1 pò di dettagli se no veniva troppo lungo... fa schifo però va beh... abbiate pietà ahahah
Sbattei gli occhi un paio di volte prima di riuscire a mettere a fuoco.
Accanto a me era sdraiato il più bel dio pagano mai visto.
Mi sfiorò una guancia con le sue gelide e affusolate dita, e un brivido mi percorse la schiena.
Se ne accorse.
-Hai freddo?- sussurrò a pochi centimetri da me.
Scossi la testa, ma lui mi tirò più forte a sé, come se volesse scaldarmi con il suo corpo.
A dire la verità l’unica cosa che non poteva fare era scaldarmi o meglio, non lo poteva fare come ci riusciva Jacob.
Già, Jacob.
Rabbrividii.
Erano settimane che non vedevo Jacob, che non lo sentivo, che non gli parlavo.
Si, mi mancava, mi mancava terribilmente, anche se cercavo di non darlo a vedere.
Edward soffriva. Soffriva perché io soffrivo, ma non potevo fare altro perché Jacob ormai costituiva una parte importante di me stessa.
Amavo Jacob, si, ma amavo prima di tutto Edward, era la mia vita, senza di lui non avrei potuto sopravvivere, e lo avrei sposato, prima o poi.
A dire la verità quel pensiero un po’ mi spaventava perché mia madre mi aveva sempre insegnato ad aspettare dopo il college prima di prendere anche solo in considerazione l’idea del matrimonio.
D’altra parte, però, volevo passare tutta la vita con Edward, anzi, volevo passare l’eternità con lui.
Per fare questo avrei dovuto sposarlo.
-A cosa stai pensando, Bella?- la scusa melliflua voce interrupe bruscamente i miei pensieri, anche se non me ne rammaricai.
-Pensavo a noi due…- sussurrai arrossendo.
Sorrise, poi mi si avvicinò e, dolcemente, posò le sue tenere labbra sulle mie.
Ricambiai al bacio più che volentieri, anche se ad ogni contatto del suo corpo con il mio, il batticuore era assicurato.
Il ritmo del mio cuore accelerò notevolmente, fino a che lui non si allontanò.
-C-Cosa..- balbettai ancora stordita da quel leggero ma appassionato bacio.
-Non voglio che ti venga un infarto…-
Sorrisi debolmente, ancora stordita.
Si avvicinò nuovamente e si sedette accanto a me.
Mi accarezzo una guancia.
-Oggi devo andare a caccia, però cercherò di tornare il prima possibile ok?- disse chinandosi su di me a darmi un leggero bacio sulle labbra.
Come si poteva dissentire dopo un bacio come quello?
Annuii.
Non mi piaceva il fatto che si allontanasse da me per un giorno interno, mi mancava ogni volta terribilmente, ma poco importava perché non c’erano altri modi per lui per nutrirsi, così mi ero rassegnata e cercavo di sembrare indifferente a quella mancanza, anche se credo che persino lui se ne fosse accorto.
Mi salutò dolcemente, poi decisi che dovevo farmi una doccia per cercare di perdere un po’ di tempo.
Presi un paio di jeans comodi e una maglietta di cotone ed andai in bagno.
L’acqua tiepida della doccia mi tonificava la pelle e allo stesso tempo mi rilassava.
Ripensai al mio imminente matrimonio.
Io ed Edward non avevamo ancora fissato la data esatta, ma c’era qualcosa nell’aria che mi diceva che non sarebbe mancato ancora molto.
Quando avevamo dato la notizia a Charlie, inizialmente l’aveva presa piuttosto drammaticamente, tanto che restai a dormire da Edward qualche giorno, poi Renè gli telefonò e, non so grazie a cosa, lo convinse ad approvare la nostra unione. Era stato difficile per lui accettare quell’idea, ma era costretto a farlo, a meno che non volesse perdere per sempre sua figlia.
Alice,inoltre, aveva già organizzato ogni dettaglio, nonostante avesse cercato di nascondermeli.
Uscii dalla doccia e mi vestii lentamente, cercavo di utilizzare più tempo possibile, poiché, essendo finita la scuola, avevo poco o nulla da fare in casa.
Dopo aver fatto colazione pulii la cucina, il bagno e la mia camera da letto. Riuscii così ad arrivare all’ora di pranzo. A dire la verità non avevo troppa fame, ma mangiai qualcosa ugualmente, mi era capitato più volte di aver avuto un calo di zuccheri.
Improvvisamente, mentre stavo addentando un pezzo di tacchino avanzato la sera prima, bussarono alla porta.
Mi domandai chi fosse. Edward era a caccia con Emmett e Charlie era a pesca.
Aprii distrattamente. Feci a malapena in tempo a vedere Alice davanti a me, quando questa sollevò le mani e in una frazione di secondo mi bendò con un foulard di seta nero.
-A-Alice… Che fai?? C-cosa…-
-Occhio alla testa…- disse e mi fece sedere in un’auto che riconobbi subito come la splendida Porche gialla che Edward le aveva regalato qualche mese prima.
Il viaggio durò un paio d’ore, nel quale cercai ad ogni modo di farmi dire dove stessimo andando e perché, ma Alice non mi degnava di risposta sensate e concrete.
Mi fece scendere dall’auto e mi fece camminare attraverso una sorta di vialetto ghiaioso prima di farmi sedere su una comoda sedia di pelle.
Quando mi tolse la benda mi guardai intorno. Non era per nulla familiare quel luogo.
-Sorpresa!!!- cinguettò davanti a me nascondendomi qualcosa alle sue spalle… Quando si scostò vidi chiaramente un abito bianco appeso ad un portabiti di legno. Era splendido, con un velo accenno di pizzo sulla scollatura quadrata e lungo la coda e lo strascico.
-A-Alice?-balbettai sbalordita- D-Dove siamo??-
-Forza ti do una mano a vestirti…- disse con gli occhi che brillavano dall’eccitazione.
Mi ci volle qualche secondo per riuscire a realizzare. Era il mio matrimonio. Oh mio Dio!
Prima che potessi dire o fare qualcosa, mi si avvicinò con l’abito in mano e mi disse che erano settimane che organizzavano quel giorno e che non potevo rinunciare a quel punto. Mi rassegnai e lo indossai.
Non era niente di così drammatico no?
Impiegai un’ora abbondante per prepararmi alla perfezione. Alice mi aveva sistemato i capelli, mentre Rosalie ed Esme si procuravano di truccarmi a regola d’arte. Suppongo che secoli di eterna gioventù aiutino in questo.
Quando fui pronta Esme e Rosalie se ne andarono, coi loro perfetti abiti di seta ed entrò Charlie che si emozionò immediatamente, anche se non voleva darlo a vedere.
Arrossi quando mi disse che ero splendida e che era orgoglioso di me,poi mi accompagnò fuori e percorremmo, a braccetto, un piccolo percorso su un tappeto rosso, ai lati del quale vi erano diverse sedie di legno.
Davanti a noi vi era Edward in tutta la sua bellezza che attendeva davanti ad un anziano prete in tunica bianca.
Non ci potevo credere, stava accadendo davvero. Ora che mi ci ero trovata nel mezzo, non sembrava così male.
Mio padre consegnò delicatamente la mia mano a quella di edward che la prese e ne baciò dolcemente il dorso.
-Spero non te la sia presa… Sei bellissima…- sussurrò tanto flebilmente che pensai di averlo sentito solo io.
Scossi la testa, incapace di formulare una qualsiasi frase di senso compiuto.
Il prete cominciò a celebrare quello che sarebbe diventata l’ufficializzazione di un legame, l’unione di due anime, per sempre.
-Tu, Edward Cullen, vuoi prendere in sposa questa donna, Isabella Marie Swan,come tua legittima sposa,in salute e malattia, in ricchezza e povertà, finché morte non vi separi?- a queste ultime parole sorrisi e vidi Edward sorridermi a sua volta. Sapevamo entrambi che nemmeno la morte ci avrebbe separati.
-Lo voglio- affermò lui continuando a fissarmi negli occhi.
Era bello come un perfetto dio pagano di chissà quale popolo. Sembrava una statua vivente, quasi come se fosse stato scolpito da chissà quale scultore e poi avesse preso vita.
-E tu, Isabella Marie Swan, vuoi prendere quest’uomo, Edward Cullen, come tuo legittimo sposo, in salute e in malattia,in ricchezza e povertà, finché morte non vi separi?-
- L-Lo voglio..- balbettai a causa dell’emozione.
Alice ci allungò un piccolo cuscinetto di velluto sul quale erano appoggiati due piccole fedi d’oro.
Edward ne prese una e la infilò al mio dito anulare sinistro, e così feci lo stesso io. Erano perfette.
Quando il prete terminò la cerimonia, Edward mi abbracciò dolcemente e mi baciò sulle labbra.
Eravamo sposati. Non ci potevo ancora credere. Senza rendermene conto ora eravamo marito e moglie.
Mi prese la mano e ci voltammo a guardare le poche persone che occupavano le piccole sedie in legno.
Tra di essi riconobbi, in lacrime, mia madre, accanto a Phil, dietro i quali vi erano Carlisle, Jasper ed anche Emmett, oltre naturalmente ad Alice, Rosalie ed Esme.
Tuttavia non era stato così drammatico, anzi., mi ero persino commossa.
-Ti amo…- sussurrò improvvisamente Edward.
Mi voltai verso di lui e arrossi.
-Anche io ti amo!!... Così il leone insegnerà al leone a ruggire…- allusi sorridendo.
Da quel momento bastava ancora un ultimo gesto e avremmo potuto vivere in eterno, insieme.